Mio figlio gioca per ore col tablet. E a me va bene così

Mentre imperversa fra Washington e Mosca  la guerra elettronica a suon di hackeraggi e influence, a casa mia facciamo da anni la guerra ALL’elettronica. C’entra poco col titolo? Mò vi spiego.

Federico sa usare l’I Phone meglio di me. Manda le faccine, registra messaggi vocali, fa foto, le corregge, le invia. Ad un anno di età ha chiuso il suo ciuccio nella cassaforte elettronica di un albergo di Lisbona, cambiando la combinazione preimpostata. Quindi, in un certo senso, ero pronto al peggio.

Io e l’Imperatrice siamo però piuttosto analogici, ma soprattutto condividiamo un’idea di educazione che può prescindere dall’uso dell’elettronica. Quello smodato per lo meno. Preferiamo di gran lunga che i nostri figli imparino a giocare con altri bambini e che usino i loro pollici opponibili (che differenziano ancor più del DNA noi esseri umani da un criceto) per costruire e non per muovere un joystick.

Però. Già, però.

A Federico i videogames piacciono, piace Youtube, piacciono i giochi online. Ci tengo a non venir definito un coglione quando avrà 16 anni (anche se accadrà lo stesso), quindi sono giunto a compromessi. Federico gioca 20 minuti a settimana con i videogiochi. Ovviamente non gli basta. Quindi ha fatto di necessità virtù: si è costruito un tablet. Di cartone.dsc_5299

Ed anche una televisione di cartone, per aggirare il contingentato television time che cerchiamo di rispettare.

Ed ha creato un modo per giocare ai videogames: su carta.

E di questo sono orgoglioso e contento.

Perché ieri i miei figli si rincorrevano per la casa, ognuno col suo pezzo di cartone in mano, e si dicevano a vicenda:

– Ti ho mandato una mail. Leggila!

– E cosa mi hai scritto?

– Vieni a giocare coi Lego!

Ho appreso così una grande lezione: noi stessi creiamo la nostra realtà. Virtuale o meno. Ed i confini li tracciamo, e cambiamo, ogni giorno.

Ma soprattutto che quei pollici opponibili fanno davvero la differenza.

Poi ho passato mezz’ora a raccogliere da terra dieci milioni di pezzettini di carta.

Ma l’ho fatto col sorriso.

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Mazinga Z contro Mazinkaiser sullo schermo piatto in cameretta. Si vede il fiotto di raggi gamma? Ah, e quello in alto a destra è il telecomando del televisore.

 

 

 

 

 

 

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